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Omonimo Veneziano 1 - Incontro
di erocoppia
25.07.2019 |
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"E lei lo lascia fare, docile, succhiandogli anche le dita dell’altra mano, che lui le mette in bocca..."
Isa e Ludovico sono a Venezia, in vacanza. È estate, e dividono languidamente le giornate calde e lunghe tra il Lido, di mattina, magari in bicicletta fino alle fascinose solitudini dei Murazzi o di Punta Sabbioni, e le serate in città, cercando aperitivo e cena tra le calli e i campielli più silenziosi e meno illuminati, dove amano perdersi per scoprire angoli e locali sconosciuti e sempre nuovi. L’atmosfera della città è come sempre sensuale e un po’ lasciva, un contrappunto tra bellezze millenarie e brutture moderne, tra turisti invadenti e quasi sempre sciatti e trasandati, e residenti, spesso anziani, che invece mantengono un particolare decoro civile, purtroppo sempre più raro – e più obsoleto.
I due sanno bene che tra le infinite vetrine di cose per i turisti e tra i banchi degli innumerevoli ambulanti si possono ancora trovare oggetti interessanti e a volte particolari, e botteghe di artigiani dove è bello anche solo entrare, per curiosare e scambiare due parole, quando scatta la simpatia, e magari anche comprare. Il fascino della città è fatto anche di questo, come della sgarbata arroganza di tanti.
È così che una sera entrano in una piccola libreria antiquaria.
Subito un clima accogliente, dato dal legno scuro degli scaffali, pieni all’inverosimile, e dall’odore della vecchia carta stampata, reso anche informale da un certo disordine, inevitabile ma forse anche un po’ voluto, e dalla promiscuità per il poco spazio rimasto tra arredi, scaffali e clienti.
Isa, bella e abbronzata, è vestita sobriamente, ma poco: un ampio vestito verde, i sandali piatti dorati e una grande borsa floscia, in tinta con le scarpe. Ha messo il collare, e ai lobi e all’anulare sinistro i suoi vecchi gioielli da schiava, coi loro anelli pendenti. Sono ormai testimonianze di un tempo passato, ma ogni tanto li mette lo stesso: un po’ perché comunque le piacciono, e un po’ perché sa che a Ludovico piace vederglieli addosso. Sotto, ha solo gli slip: quindi indossa solo tre cose, come imponeva la regola che Ludovico le aveva imposto in passato, e che per qualche tempo si era anche divertita a seguire.
Dopo un po’ il proprietario della libreria congeda un anziano cliente straniero e le si avvicina. È intenta, in quel momento, a sfogliare un libro illustrato sulla città. Ludovico è nella saletta attigua, dove sono raccolti alcuni testi erotici.
“Posso aiutarla?”
Isa si volta e sorride. Un uomo alto, dal fisico asciutto e appena abbronzato, con un bel viso espressivo e delle mani eleganti e curate, vestito con semplice eleganza. Barba e baffi grigi, capelli lunghi e folti dello stesso colore. Ha in mano un paio di occhiali da vista.
“Grazie, ma per ora sto solo curiosando”
Lui a sua volta sorride, fissandole negli occhi un penetrante sguardo azzurro “È sempre la cosa migliore. I clienti che hanno già un’idea in mente sono spesso un po’ troppo esigenti per il mio negozio! Dunque si accomodi, e se ha bisogno io sono qua.”
Isa nota la differenza tra l’intensità di quello sguardo e la disinvolta gentilezza con la quale lui le si è rivolto, e l’assenza, in quel momento, di Ludovico la mette un po’ sulla difensiva: perché è abituata a sentirsi protetta da lui, e perché il proprietario del negozio le è suo malgrado istintivamente piaciuto.
Per sua indole non ha mai cercato né avuto relazioni extraconiugali – a parte i numerosi i contatti anche sessuali che da ex scambista ed ex slave ha in passato più che altro subito.
È un po’ turbata, ma non infastidita.
Continua quindi a rovistare distrattamente tra scaffali e ripiani, sempre però sentendosi addosso lo sguardo di quell’uomo, e avvertendo per questo un certo disagio: la stessa sensazione di quando in tante occasioni era stata esibita nuda, e magari anche legata e bendata, all’ammirazione e alla libidine di Ludovico e di molti altri, a lei molto spesso sconosciuti. È acqua passata, ormai, ma per la prima volta sente che quell’esperienza abbandonata potrebbe ancora rivelarsi utile: come arma di difesa, o di seduzione.
Però… il collare!! E tutti gli altri accessori…!!! Si rende conto all’improvviso di averli addosso, e con uno strano brivido si sente come un tempo nuda, ed esposta. Arrossisce, e sente suo malgrado i capezzoli ergersi e premere, liberi, sulla stoffa del vestito, a sottolineare il suo turbamento. Una fitta le attraversa il pube.
Deve dominarsi. Cerca di dare le spalle a tutto il negozio, ma ovunque vada si sente addosso lo sguardo curioso di quell’uomo, che nel frattempo le è anche passato vicinissimo andando a chiudere a chiave la porta di ingresso, perché è ormai ora di chiusura.
“Dov’è Ludovico?”, pensa, e si gira per cercarlo, e lo vede: è vicino alla cassa, con dei libri in mano, e sta parlando col proprietario. Entrambi sembrano molto divertiti, e parlano fitto. Si avvicina. Anche lei ha in mano un altro libro.
“Lo vuoi?” chiede Ludovico.
“No, grazie, lo stavo solo sfogliando, adesso lo rimetto a posto”
“Non si disturbi, Signora! Lo farò io”
“Guarda che cosa ho trovato”
Sono vecchie edizioni illustrate per feticisti e sadomasochisti, e un catalogo delle prostitute veneziane del XVIII secolo.
“Aha… “
“Se posso permettermi, Signora, pensavo che le sarebbero potuti interessare un po’ di più…”
Un’altra vampa di rossore, e quei gioielli stampati addosso come un marchio!!! Anche Ludovico coglie l’allusione, e sorride.
“Le apparenze possono ingannare”, dice, e per allentare la tensione passa a pagare i libri che ha scelto.
“Piuttosto… ci saprebbe indicare un buon bàcaro da queste parti?”
“Certamente! E se vogliono posso anche accompagnarvi, perché per oggi sto chiudendo la bottega e appena avrò fatto ci andrò anch’io, come ogni sera”.
“Allora… se la Signora è d’accordo… con piacere”.
Isa è combattuta. Ludovico e l’altro la stanno guardando, quest’ultimo con ulteriore intensità. Pendono dalle sue labbra, e lei odia essere l’ago della bilancia. Vorrebbe andarsene, ma non vuole dispiacere Ludovico, che evidentemente ha a sua volta percepito l’interesse di quell’uomo per la moglie e ora, come allora, non disdegnerebbe affatto di poterne approfittare, e allo stesso tempo sente che il suo disagio dipende soprattutto dal fatto che quel libraio nonostante tutto le piace, come uomo.
È sera, ma non è ancora tardi. Le infinite possibilità di una quieta notte veneziana sono ancora tutte aperte.
Le labbra, serrate, le si increspano in un sorriso un po’ forzato. Infine annuisce, e rivolgendosi al marito a mezza voce dice:
“Perché no?”
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Poco dopo i tre sono in una calletta un po’ buia, seduti su una panca all’esterno di un bàcaro. Isa è tra i due uomini. Tengono sulle ginocchia un tagliere coi cichèti, e in una mano il bicchiere dove ogni tanto il loro nuovo amico versa del buon prosecco da una bottiglia sistemata a fianco a lui, in un secchiello col ghiaccio. L’atmosfera è divertita, cordiale, e a tratti anche rilassata.
Avevano conversato brillantemente tra il negozio e il bàcaro, scoprendo alle presentazioni che anche il libraio si chiama Ludovico. La cosa era stata commentata da entrambi gli interessati con divertita arguzia, ed era servita a portare subito il discorso sui tradimenti, che tra omonimi sono notoriamente meno rischiosi.
Il libraio sa che difficilmente avrà un’altra occasione per approfondire la conoscenza, soprattutto della Signora, che di minuto in minuto gli piace di più, anche per il suo incerto comportamento. Con una spalla e soprattutto con una gamba è sempre più spesso a contatto con lei, più o meno involontariamente, e dopo le prime reciproche scuse entrambi hanno preso a lasciar correre. Ludovico è invece nella difficile situazione di incoraggiare gli altri due senza però deludere o forzare la moglie. Per questo cerca di farla sentire protetta mettendole un braccio sulla spalla o facendole spazio, per quanto possibile, dalla sua parte.
“Mi scuserai, Isa, ma non riesco a far finta di non vedere i gioielli che porti. Sono bellissimi!!! Ma sono anche molto… particolari. Non sono cose che si portano così, tanto per fare.” La mano del libraio le si appoggia su una coscia, subito prima del tagliere. “Ti va di spiegarmi?”
Di nuovo il rossore, stavolta un po’ accentuato dal bere, e l’istantaneo inturgidirsi dei capezzoli, già sul chi vive per effetto del contatto con la tonica gamba dell’uomo. Allunga istintivamente una mano verso quella del libraio, per toglierla, ma il contatto con la sua pelle la folgora, letteralmente, e la lascia dov’è. Si gira verso di lui, cercando i suoi occhi, e li trova: chiari, fissi, ardenti di desiderio.
“Si, beh… sono cose che in passato, per un certo periodo… mi sono servite, e siccome sono belle le porto ancora adesso, se mi va.”
“Fantastico…! Perché so anch’io molto bene a che cosa servono e che cosa significano, e non capita spesso di vederli portare con tanta eleganza, e disinvoltura.”
“Adesso però sono solo… accessori, bigiotteria.” aggiunge Ludovico. “L’epoca loro l’abbiamo vissuta e condivisa, più o meno bene, come tante altre cose, e oggi ci piace anche solo poterla ricordare.”
“E non credete che quel tipo di cose potrebbe ancora piacervi?”
“Forse”, dice Isa. “Ma è un po’ che non ci pensiamo più, e a me non mancano molto.”
“E tutto sommato neanche a me, perché certe cose per essere godute devono essere pienamente condivise. Però… fanno parte di me.”
“E anche di me! Sentite: stasera è un incontro fortuito, e per me anche fortunato, fortunatissimo. Possiamo benissimo restare così, tra amici, a chiacchierare ancora finché ci andrà, e poi ci salutiamo, e andrà bene così. Però davanti alla simpatia che si è creata tra di noi e soprattutto alla bellezza della Signora, che è notevole, col permesso del mio omonimo e con licenza di Isa non posso fare a meno di proporvi di ritirarci in un posto più discreto, per dare a questa nostra conoscenza l’importanza che merita.”
La mano del libraio si è spostata, arrivando vicinissima al pube di Isa, e adesso si stacca, e va a cercare la bottiglia del prosecco. Il suo essere decisa e forte, ma anche delicata, quasi rispettosa, ha turbato Isa, che così ha un po’ perso il filo del discorso, e sente l’eco delle parole dell’amico mentre la fine di quel contatto la riporta bruscamente alla realtà.
Di nuovo la sgradita consapevolezza di dover decidere per tutti, e quindi anche per sé stessa.
Ludovico si è fatto serio, ma annuisce. Sa che dovrebbe dire di no, per via dell’incertezza di Isa, ma non vuole, e non ci riesce.
“Se Isa vuole per me va bene, e se invece non vuole non muore nessuno. Dico bene, Ludovico?”
“Certo che sì, Ludovico! Sono assolutamente d’accordo. Facciamo così: tra un po’ ci avviamo verso casa, ognuno la sua. Però dobbiamo tutti prendere la 2, e quindi faremo un po’ di strada insieme, se vi va, e allora passeremo per forza davanti al mio negozio. A quel punto Isa dirà “Ludovico andiamo a casa”: e se lo dirà rivolgendosi a me ci fermeremo, altrimenti continueremo fino al vaporino. Che ne dite?”
Isa sorride, perché in fondo la sfrontatezza e la fantasia dell’amico le piacciono, decisamente. Fa un bel respiro, e girandosi verso il marito annuisce. Anche Ludovico allora sorride, e rivolgendosi ad entrambi a sua volta annuisce.
Sono quasi le nove, e a Venezia è già tardi. Il libraio versa ancora del vino nei bicchieri degli amici, facendo in modo di servire a Isa la fine della bottiglia. Un altro brindisi, e i tre si avviano verso la notte.
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Quando a Venezia l’aria salmastra e fresca della sera si mescola col prosecco, crea sempre una certa euforia: che andando per le calli deserte può anche indurre alla lascivia, specialmente quando dopo aver preso per un po’ a braccetto un uomo praticamente sconosciuto, per quanto omonimo del proprio marito, si cammina stando in mezzo tra il marito e il nuovo amico, con le braccia di entrambi sui fianchi, e le dita dello sconosciuto che con sapiente leggerezza percorrono il perimetro delle mutandine attraverso la stoffa leggera del vestito, fino a sfiorare con dolcezza le parti più sensibili dei fianchi, del pube e del sedere.
Sono davanti al negozio e Isa, piacevolmente euforica e vagamente eccitata dal lungo contatto fisico col nuovo amico, non si accorge di esserci arrivata. Lui allora si ferma, e glielo indica con un gesto un po’ teatrale. Lei, allora sorride, e dice
“Portami a casa, Ludovico!”
I due uomini si guardano, un po’ interdetti e un po’ come bruscamente risvegliati da un sogno.
“Quale Ludovico?” chiedono
“Tutti e due!”
“Allora prima io, se non vi dispiace” fa il libraio, e apre un portoncino attiguo alla vetrina. “Faccio strada”
Un corridoio appena illuminato, che porta al piccolo cortile dove si trova l’ingresso di servizio della libreria. Il palazzo sembra disabitato, non una luce né una finestra aperta, quindi discrezione assoluta. Ancora un momento e i tre sono nel retro della libreria.
Ludovico richiude a chiave la porta di ingresso e nel buio armeggia per accendere una candela, alla fioca luce della quale quando si gira vede che intanto Isa e il marito si sono abbracciati, e si stanno baciando.
Allora si avvicina, e abbraccia a sua volta Isa da dietro, risalendo piano con le mani dai fianchi fino ai seni e finalmente appoggiando con delicatezza la bocca sul collo e sulla nuca dell’amica.
Poi con una mano scende fino al suo pube, senza fretta, e quando la sente muovere il bacino per assecondare la sua carezza senza togliere la mano inizia a premere con discrezione il suo sesso, già duro, nel solco del sedere della donna, che istintivamente si inarca appena e muove una mano verso di lui per toccarlo.
Con un piede, impercettibilmente, le tocca il tallone nudo, dall’interno, e lei quasi automaticamente allarga appena le gambe. Ha le bocche del marito e dell’amico sul viso e sul collo, e si sta lasciando andare.
Nel quasi buio i due uomini si scambiano un’occhiata di intesa, e allora il libraio si china, e senza smettere di baciare la poca pelle scoperta di Isa scende con una mano fino all’orlo del vestito e lo solleva, le accarezza il ginocchio e poi lentamente risale la stessa coscia che aveva toccato poco prima.
Isa geme: di nuovo quella scossa, che stavolta la scuote, e piano piano le dita dello sconosciuto sul pube, sopra le mutandine sottili e lisce, a curiosare sfiorando con estrema delicatezza il minuscolo rigonfio dei pochi peli che lei ha voluto conservare sul monte di Venere.
Le gambe le si piegano e si tiene in piedi a fatica.
La stessa mano che la sta eccitando risale lentamente il suo ventre e le prende un seno, strizzando con decisione il capezzolo e poi torcendolo appena, come a caricare la molla di un orologio delicato.
L’altra mano del libraio le è intanto arrivata sul pube. Senza aprire gli occhi gira la testa e socchiude le labbra, e subito la lingua dell’amico le soffoca in bocca l’ennesimo gemito.
C’è una poltroncina in un angolo, e Ludovico ci si siede per godersi lo spettacolo del suo omonimo che fa conoscenza con sua moglie.
Nella poca luce la vede in piedi, davanti al libraio, con le braccia sollevate, mentre lui le sfila il vestito di dosso. In un attimo è nuda, elegante e bellissima. Si gira, lo abbraccia e si lascia baciare a lungo, eccitatissima. Si piega sulle ginocchia, sbottona i pantaloni all’amico e subito gli prende in bocca il bel sesso, duro e piacevolmente odoroso di maschio.
Lui le mette le mani sulle tempie e con la testa all’indietro si lascia adorare, gemendo ogni tanto, e ad un certo punto inizia a muovere il bacino per scoparle bene per prima cosa il cervello. Lascia che lei intanto gli tocchi i testicoli e le gambe, e il ventre, e i capezzoli, ma ad un certo punto le chiede di mettere le mani dietro alla schiena, e lei, lo fa, e chiude anche gli occhi.
“Mmmmmm…."
“Dài alzati”
“Si..”
Il suono di una sonora sculacciata rompe le tenebre.
“AH!!”
È di nuovo abbracciata al libraio, che baciandola la tiene ferma con un braccio intorno ai fianchi, e con l’altro le assesta un altro colpo.
“OH!!”
“E adesso vai da Ludovico, a gattoni perché voglio vederti bene, e coccolalo un po’”
“SI…”.
Mentre gattona sente lo sguardo del libraio sul sedere, e accentua appena il movimento dei fianchi. Pochi passi ed è davanti al marito, che si china verso di lei e la bacia. Poi le mette a sua volta il sesso in bocca. E si lascia adorare mentre il suo omonimo, che intanto si è tolto i vestiti e ha messo un preservativo, silenziosamente li raggiunge.
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Si inginocchia dietro Isa e, delicatamente, le sfila le mutandine, abbassandogliele fino alle ginocchia.
Poi sempre con estrema delicatezza le sfiora la fica e il culo con le labbra, i baffi e la barba, facendo anche in modo di farle sentire il suo respiro.
Con la punta della lingua le schiude la fica, su e giù, lentamente ma continuamente, senza dimenticare ogni tanto il perineo e l’ano, mentre lei geme e si muove intorno alla lingua dell’amico.
Di nuovo i due uomini si scambiano uno sguardo, e allora Ludovico passa il glande tra le grandi labbra di Isa.
Lei freme…
Una, due, tre, dieci volte, su e giù come un attimo prima la lingua, premendo appena nel punto più largo… lei si inarca e allunga una mano per assecondare la penetrazione, ma nonostante la forte eccitazione non è ancora abbastanza bagnata. Lui allora si solleva appena, lascia cadere un po’ di saliva sul culo dell’amica e inizia a premergli sopra con la sua grossa cappella.
Lei si muove appena e si allinea. Il suo bel culo senza opporre resistenza si schiude, e risucchia facilmente il sesso dell’amico, che le scivola dentro fino alle palle.
“AAaahhhhh…. si….. SI!!!!”
Ludovico è sorpreso, fuori di sé per l’eccitazione e per il piacere di avere quella donna, e di averla avuta subito dal culo. Cerca di dominarsi, lascia che lei si impali fino in fondo e poi, dopo averle dato un’altra sculacciata, inizia a scoparla, selvaggiamente.
Lei ha sempre in bocca il sesso del marito, ma a un certo punto lui la prende per i capelli e la costringe a mollare la presa.
“Siiii…. si….continua…. mmmmmmmmmhhhhh”
Mentre la incula le prende i polsi e glieli blocca con una mano dietro alla schiena. E lei lo lascia fare, docile, succhiandogli anche le dita dell’altra mano, che lui le mette in bocca.
I due uomini si guardano ancora, più che mai complici. Ludovico si alza, e lascia all’altro il posto sulla poltroncina.
Lui allora smette di sodomizzare l’amica, si alza e si siede davanti a lei, che subito apre la bocca.
“Aspetta…” dice, e si sfila il preservativo mentre lei gli lecca le palle.
“Adesso sali, vieni qui”
Lei dando le spalle al marito sale a cavalcioni dell’amico, gli prende il cazzo con una mano e piano piano ci si impala sopra, nella fica appena lubrificata, gemendo allo stesso tempo di piacere e di dolore.
“OOohhhh…. Si….. mmmmmmmhhhh….. dài…. Siiii….”
Un po’ per volta inizia a cavalcarlo, gemendo ogni volta che l’amico le arriva in fondo alla fica, e lui la scopa in controtempo, muovendo con sapienza il bacino per penetrarla sempre più a fondo.
Scopandola apre il cassetto di un tavolino sistemato a fianco della poltrona, ne estrae un paio di manette e le mette all’amica, bloccandole di nuovo i polsi dietro alla schiena. Poi dallo stesso cassetto prende una fascia elastica per i capelli, nera, e gliela cala sugli occhi. Infine la prende per i seni, stringendoli forte per sollevarla ogni volta che il suo bacino scende.
La guarda da sotto in su mentre lei lo cavalca: è bellissima, sensuale, indifesa, docile e calda. La attira a sè con le braccia, le prende la testa tra le mani e la bacia in bocca. Ludovico intanto le si avvicina, si inginocchia sui braccioli della poltrona e la sodomizza.
“Oh… OOOOOhhhhhhh!!!!!!!!
Ora la scopano in due, alternando gli affondi o calandoli insieme, mentre lei muovendo la testa cerca alternativamente le bocche dell’uno e dell’altro, e ad un certo punto comincia a godere.
Suo marito sa che griderà, e per evitare rumori le prende la testa per i capelli e le appoggia la bocca sulle labbra dell’amico, che capisce al volo e gliela chiude con un bacio mentre lei scuotendosi viene violentemente, e a lungo; insieme ai due uomini, che subito dopo, e quasi nello stesso momento, le allagano di sperma la fica e il culo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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